Lo Sport Fascista

Il regime fascista italiano, al pari di quello nazionalsocialista in Germania, riconosce i vantaggi che possono essere tratti dall'incoraggiamento della pratica sportiva. Mussolini fa dello sport uno dei fenomeni più rilevanti del regime, elaborando una vera e propria politica del tempo libero, finalizzata al controllo di spazi e tempi di giovani e adulti: lo sport avrebbe permesso di incanalare le energie dei giovani, eliminare elementi di conflittualità e concretizzare quegli ideali di coraggio, forza e ardimento tipici del fascismo. A tal fine istituisce una rete di strutture responsabili della gestione dell'attività sportiva e ricreativa su tutto il territorio nazionale. Le più importanti opere sono:

- L'Opera Nazionale Balilla (O.N.B.), preposta all'organizzazione del tempo libero dei giovani dai 6 ai 14 anni e dell'educazione fisica intesa come addestramento militare; 

- L'Opera Nazionale Dopolavoro (O.N.D.), che si occupa del tempo libero, delle attività sportive e ricreative degli adulti lavoratori; 

- Il Comitato Olimpico Nazionale (C.O.N.I.), che prepara gli atleti professionisti per le gare internazionali e le Olimpiadi.

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