Guerra Fredda
Guerra fredda è l'espressione con cui si indica il confronto mondiale tra Stati Uniti e Unione Sovietica iniziato nel secondo dopoguerra. Tale lotta per il controllo del mondo conobbe diverse fasi, caratterizzate anche da guerre 'calde', come quelle in Corea e in Vietnam. Il bipolarismo, ossia il sistema fondato intorno ai due blocchi contrapposti, si concluse dopo quasi mezzo secolo prima nel 1989 con la caduta del muro di Berlino e, in seguito, nel 1991 con lo scioglimento dell'URSS.
Dalla guerra fredda di posizione a quella di movimento
In una prima fase il confronto bipolare ebbe soprattutto il carattere di una guerra di posizione, alla ricerca della stabilità del quadro internazionale. Fino al 1949, infatti, gli eventi principali furono la cacciata dei comunisti dai governi in Francia e in Italia (maggio 1947), l'azione di forza dei comunisti cecoslovacchi che presero il potere (febbraio 1948) e il blocco di Berlino (i Sovietici bloccarono l'accesso via terra al settore ovest della città nel giugno del 1948, ma posero fine all'iniziativa nel maggio dell'anno successivo di fronte all'imponente ponte aereo grazie a cui i Berlinesi continuavano a ricevere da Occidente tutti i beni necessari).
La fine del mondo bipolare
Nel 1965, con le proposte sulla non proliferazione delle armi atomiche, si aprì la fase della cosiddetta coesistenza pacifica, accompagnata in realtà da nuove tensioni internazionali. La più grave emerse con la guerra del Vietnam (1965-75): gli Americani, vedendo profilarsi la fine del regime anticomunista nel Vietnam del Sud, intervennero militarmente, ma ne uscirono nettamente sconfitti, oltre che lacerati al loro interno. Con gli accordi di Helsinki del 1975 la guerra fredda si concluse.
La guerra fredda e lo sport
La guerra fredda contrappone USA e URSS anche nello sport. L'URSS si specializzò nella creazione di atleti "in laboratorio", mentre gli USA non vedevano le olimpiadi e i mondiali come una semplice competizione sportiva. Dal 1956 al 1988 il confronto USA-URSS fu uno dei motivi di maggior interesse delle olimpiadi e questo confronto è ricco di episodi sia sportivi che politici: infatti nel 1980 USA, Canada e Giappone boicottarono le olimpiadi di Mosca per protesta all'invasione dell'Afghanistan operata dall'URSS che per ricatto non si presentò alle seguenti edizioni di Los Angeles del 1984. Prima della seconda guerra mondiale il valore sportivo della Russia era marginale ma negli anni successivi il governo sovietico favorì fortemente la pratica sportiva anche presso gli stati sotto la sua influenza ottenendo risultati stupefacenti. È ingiusto dire che i successi erano solo una questione di doping, infatti, in Germania Est i medici crearono delle tabelle in cui erano indicati tutti i requisiti fisici che un bambino doveva avere per diventare un grande atleta e tutti i bambini venivano misurati, pesati, schedati e poi i più fisicamente dotati venivano avviati alla pratica sportiva per venire successivamente trasferiti presso il centro dello sport dove i ragazzi venivano educati con maniere dure. Sicuramente i paesi sovietici costruirono le basi del nuovo sistema sportivo, infatti, a parte il doping, furono i primi a concentrare gli allenamenti nel potenziamento della massa muscolare.
«L'America» - disse nel 1998 il presidente Clinton - «è un Paese che va matto per lo sport, e spesso vediamo il gioco come una metafora o un simbolo di ciò che siamo come popolo»
All'epoca infuriava la Guerra Fredda e da più di trent'anni il mondo era diviso in due blocchi contrapposti: quello statunitense e quello sovietico. Un conflitto non armato che sfociava però in tutti gli altri ambiti della vita politica e sociale: ideologie, economia, espansione e controllo territoriale fino alla rincorsa della Luna. Insomma, ci si sfidava su tutto. E fra quel tutto, non poteva assolutamente mancare lo sport, strumento assai utile per comprendere la Storia, non essendole in alcun modo estraneo. In tutto il secondo dopoguerra fino agli anni '90 gli atleti di U.S.A. e U.R.S.S. invece che competere hanno combattuto sui campi da gioco. "Battere il nemico capitalista" era l'ordine per gli atleti sovietici. "Sconfiggere i comunisti" la motivazione per quelli statunitensi.
Ma se agli inizi degli anni Settanta il presidente degli Stati Uniti Nixon con la Diplomazia del Ping Pong aveva avvicinato il governo cinese a quello statunitense, adesso invece sul tavolo si ponevano due questioni assai scottanti: l'invasione sovietica dell'Afghanistan (1979) e le prime minacce del presidente Jimmy Carter seriamente intenzionato a boicottare le imminenti Olimpiadi di Mosca (1980).
Primeggiare sul "nemico" era diventata un'ossessione per gli atleti dei due blocchi. Conseguentemente al boicottaggio americano delle Olimpiadi di Mosca del 1980 e conseguentemente a quello russo alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984. Gli atleti dei due Paesi non poterono prender parte ai giochi per motivi politici più grandi di loro, con buona pace dei valori che dovrebbero essere alla base dello sport.