Grande Torino

Un giorno ve ne andaste nessuno capì il perché e con voi bruciarono i miei sogni bambini   -Angelo Caroli-  

Con il nome di Grande Torino si indica la squadra di calcio italiana della società sportiva Torino Football Club, all'epoca chiamata Associazione Calcio Torino, nel periodo storico compreso negli anni quaranta del 1900, pluricampione d'Italia, i cui giocatori erano la colonna portante della Nazionale italiana, nonché una delle formazioni più forti della storia del calcio, che ebbe tragico epilogo il 4 maggio 1949. Al rientro da Lisbona, il trimotore FIAT G. 212 delle Avio Linee Italiane che doveva atterrare all'aeroporto di Torino, trovò una fitta nebbia che avvolgeva la città e le colline circostanti. Alle ore 17:05, fuori rotta per l'assenza di visibilità, ma soprattutto per il malfunzionamento dell'altimetro (difetto riconosciuto in tutti i dodici modelli G. 212 prodotti dalla FIAT), l'aeroplano si schiantò contro i muraglioni di sostegno del giardino posto sul retro della Basilica di Superga. 

L'impatto causò la morte istantanea di tutte le trentuno persone di bordo, fra calciatori (Castigliano, Ballarin, Rigamonti, Loik, Maroso e Mazzola, Bacigalupo, Menti, Ossola, Martelli e Gabetto), staff tecnico, giornalisti ed equipaggio. Per la fama della squadra, la tragedia ebbe una grande risonanza sulla stampa mondiale, oltre che in Italia. Il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l'ultimo saluto alla squadra.

Il Toro schierò, per finire il campionato 1948-1949, la formazione giovanile e vinse tutte e quattro le partite rimanenti contro i pari-età mandati in campo dagli avversari in segno di rispetto (Genoa, Palermo, Sampdoria e Fiorentina); il Torino venne proclamato vincitore del campionato dal presidente della Federcalcio Ottorino Barassi.

L'impressione fu tale che l'anno seguente la Nazionale italiana scelse di recarsi ai Mondiali in Brasile con un viaggio di due settimane mediante la motonave Sises di 16.000 tonnellate (grande abbastanza per fare allenare la squadra), anziché usare l'aereo il cui viaggio sarebbe durato molto meno (35 ore). Testimoni diretti come Giampiero Boniperti e indiretti come Gianni Brera raccontarono poi come tutti i palloni disponibili finirono in mare nel giro di poco tempo.

Stadio Filadelfia



Museo del Grande Torino

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